A Documenta di Atene pensando alla Stanza
Endlessness, è scritto in un breve commento alla serie di video Mono Men – Guardians of Time di Olivier van Breugel/Simone Mudde, presentati nell’ambito dell’Athens Photo Festival, una mostra importante che sta dentro un pezzo di Documenta ad Atene, quasi nascosta e in effetti deserta. Endlessness significa interminabilità, perpetuità, infinità, sconfinatezza, sterminatezza, mi dice un dizionario in internet. L’opera è letta in questa chiave, ricevendone una densità che si diffonde sul tema portante dei video, la sorveglianza nei cantieri di Tokyo, nella solitudine vuota delle notti, sul limite di una inesausta perseveranza.
Endlessness mi riporta alla mente lessness, la parola che Beppe ha proposto come tema attorno al quale costruire una serie di eventi alla Stanza di Narni. Lessness, un termine usato da Beckett come titolo di un suo racconto (uscito nel ‘69 in Francese, Sans, e nel ’70 in inglese, Lessness), e che è difficile tradurre in italiano: senza, mancanza, lo stato o la condizione di essere meno, dice il traduttore in rete. Parola piena di fascino proprio perché non si presta a traduzioni ma a interpretazioni, e del resto è ben noto l’appeal estetico che permea la vaghezza, la variabilità e l’ambiguità sottilmente polivalente delle possibili letture di un testo, sia verbale sia visivo.
Questo gioco di rimandi tra endlessness e lessness mi ha stranamente accompagnata nei giri fra i musei di Atene che quest’anno ospita la mostra Documenta insieme a Kassel, la sua sede storica dal 1955. Come un’aura impercettibile ma presente, tra tante immagini, spazi, suggestioni, convenzioni invenzioni omologazioni riprese e differenze che hanno tutta l’inesauribile e caratteristica molteplicità delle scelte dell’arte di oggi, con una vibrazione, forse, in più: perché il percorso nell’arte contemporanea ad Atene si carica di elementi contraddittori, interrogazioni, indeterminatezze, un’atmosfera lessness forse, imprecisa e tuttavia stimolante proprio perché sembra forzare – forse involontariamente – i confini certi del sistema dell’arte. Anche per la relazione artificiale con Kassel, stessi artisti ma opere diverse nelle due città; per questo il racconto di questa Documenta contrassegnata da una corrispondenza di assenze/presenze tra le varie sedi è piuttosto complesso e per ora lo rimando.